QUALI SONO I CREDITI SOGGETTI A RIVALUTAZIONE MONETARIA

Cos’è la rivalutazione monetaria

La rivalutazione monetaria è un valore che si aggiunge al valore nominale di un credito in ragione delle modifiche (normalmente negative: deprezzamento) che lo stesso subisce con il passare del tempo.

In altre parole, può definirsi come una specie di remunerazione dell’utilizzo del capitale nel corso del tempo, che tiene conto del mutamento dell’iniziale del potere di acquisto di quel capitale.

Generalmente le modifiche delle quali tiene conto la rivalutazione monetaria sono rappresentate dal deprezzamento del denaro, diretta conseguenza dell’aumento dell’inflazione, ovverosia dell’innalzamento del livello dei prezzi del complesso dei beni e servizi destinati al consumo finale delle famiglie.

I debiti di valuta

Non tutti i crediti, però, sono soggetti a rivalutazione e, pertanto, occorre distinguere tra debiti di valuta e debiti di valore.

I debiti di valuta sono quelli in cui la prestazione pecuniaria è determinata nel suo ammontare in maniera chiara sin da subito ed è riferita con precisione a una somma di denaro ben determinata.

Ad es. l’acquisto di un’automobile al prezzo di 20mila euro che il compratore deve corrispondere al venditore al momento della consegna del mezzo.

I debiti di valore

I debiti di valore sono invece quelli in cui la prestazione pecuniaria non è né liquida né agevolmente liquidabile. Essi hanno, in genere, come oggetto l’equivalente in denaro del controvalore di un determinato bene e, pertanto, vanno determinati a seguito di una valutazione discrezionale e non sempre agevole.

Ad es. il risarcimento del danno per illecito extracontrattuale. La individuazione in concreto di quali siano i debiti di valore è però nella realtà molto complessa.

Quando si applica la rivalutazione

Come chiarito dalla Corte di Cassazione già con la sentenza n. 4637/1987, la rivalutazione monetaria può essere prospettata solo ed esclusivamente per i debiti di valore. Solo questi, infatti, sono soggetti alle oscillazioni inflazionistiche dal momento in cui l’obbligazione sorge al momento in cui la stessa è monetizzata.

La rivalutazione dell’assegno di mantenimento

Tra i crediti soggetti a rivalutazione monetaria vanno ricompresi anche quelli connessi all’assegno di mantenimento. Infatti, l’articolo 5, comma 7, della legge numero 898/1970, stabilisce che la sentenza di divorzio deve stabilire anche un criterio di adeguamento automatico dell’assegno, almeno con riferimento agli indici di svalutazione monetaria, restando in ogni caso ferma la possibilità che il Tribunale adito possa, in caso di palese iniquità, escludere la previsione con motivata decisione.Tali disposizioni devono essere considerate estese anche ai casi di separazione personale dei coniugi.

Sostanzialmente, la rivalutazione permette di mantenere intatto il potere di acquisto dell’assegno di mantenimento.

La rivalutazione del canone di locazione

L’adeguamento Istat riguarda talvolta anche i canoni di locazione di un immobile, per i quali si può prevedere un aggiornamento annuale in ragione del tasso d’inflazione.

La rivalutazione, tuttavia, in questi casi non è obbligatoria e, anche dove prevista, deve essere oggetto di espressa richiesta del locatore al conduttore.

Come si calcola la rivalutazione monetaria

Per calcolare la rivalutazione monetaria è sempre necessario fare riferimento agli Indici Istat. Gli indici Istat sono vari, quello più usato è quello per le famiglie di operai (FOI). A partire dalla data in cui è sorto il credito e tenendo conto solo dei mesi e non dei giorni (come invece avviene per gli interessi).

La presente disamina è stata sviluppata con necessità di sintesi, non può pertanto considerarsi completa e soprattutto aderente alla singola eventuale casistica che dovrà essere compiutamente analizzata e sviluppata sia in fatto che in diritto tramite effettiva consapevolezza di tutti i fattori ricorrenti nel singolo caso.

Avv. Emanuele Ornaghi